Le Cheratosi Attiniche

Le Cheratosi Attiniche sono l’espressione più comune del danno solare sulla cute e soprattutto in soggetti di cute chiara.
Nella forma più comune la Cheratosi Attinica si manifesta come una piccola area di cute sempre arrossata, ruvida al tatto, che continua a produrre squame che si distaccano e si riformano.
Di solito la Cheratosi Attinica è pruriginosa.
L’evoluzione di una Cheratosi Attinica verso l’Epitelioma Spinocellularev  è un’evenienza molto probabile almeno nei casi in cui non si interviene per tempo e l’esposizione ai raggi UV continua.
La conclusione è che occorre intervenire sulle Cheratosi Attiniche per diversi motivi:

  • Prevenire l’evoluzione in Epitelioma Spinocellulare
  • Eliminare i fastidi fisici (prurito, secchezza)
  • Eliminare il danno estetico (senso d’invecchiamento cutaneo precoce)
  • Sensibilizzare alla corretta fotoesposizione

Il trattamento delle cheratosi attiniche consiste nella scelta tra diverse opzioni attualmente disponibili, a seconda della complessità del quadro clinico.
Per cercare di semplificare, in caso di lesioni singole/isolate si può optare per trattamenti diretti alla lesione. Invece, se, come frequentemente accade, abbiamo più lesioni in aree di cute fotodanneggiata (cosiddetto campo di cancerizzazione*), allora il trattamento deve mirare a curare sia la lesione sia la cute fotodanneggiata, onde prevenire la comparsa di nuove lesioni sulla stessa area cutanea o la recidiva delle precedenti.
Questi trattamenti, cosiddetti “di campo”, hanno diverse modalità di esecuzione/applicazione, diversa potenza, e diversa durata.
La Terapia Fotodinamica è oggi la terapia d’elezione, più largamente praticata nel mondo, per il trattamento delle varie forme di Cheratosi Attinica.
La terapia fotodinamica, prevede l’applicazione di un prodotto fotoattivo (ALA) per alcune ore seguito dalla applicazione di luce blu.
Le cellule cronicamente lesionate dai raggi UV assumono ALA e lo trasformano al loro interno in Protoporfirina IX.
Quando la cute viene esposta alla luce di 630 nanometrii, la Protoporfirina IX entra in stato d’eccitazione liberando energia che a sua volta genera specie instabili dell’Ossigeno dette ROS.
I ROS a loro volta ossidano lipidi e proteine bloccando il metabolismo della cellula.
La cellula in seguito muore e sarà sostituita da una sana.
Tale trattamento non è doloroso, non lascia esiti cicatriziali ed è selettivo per il bersaglio.
 
Dopo la riparazione, per mantenere il risultato e ridurre la frequenza di recidive, vengono previste terapie topiche mediche locali che agiscono controllando lo stato infiammatorio, modulando il sistema immunitario e promuovendo l’esfoliazione delle cellule cornee superficiali.

*La compresenza di lesioni cliniche e subcliniche viene definita “campo di cancerizzazione”, con riferimento ad un epitelio istologicamente con segni di fotodanneggiamento adiacente ad un’area di tessuto tumorale, costituito da un aggregato di unità clonali di cellule figlie geneticamente modificate.

Obiettivo primario dei trattamenti della cheratosi attinica è ridurre il numero di lesioni e prevenire così il rischio di progressione in carcinoma a cellule squamose (SCC) invasivo, oltre che ottenere sollievo dai sintomi quali prurito e sensibilità. 


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